La divulgazione scientifica, e quindi la comunicazione, fanno parte dell’attività di Landes-Group, continuamente impegnato nella didattica ambientale con insegnanti, studenti e con gruppi privati, presso le scuole o in escursioni nel territorio.
Negli ultimi mesi, queste attività sono molto spesso centrate sui grandi carnivori e in particolare sul lupo, specie che sta fortemente espandendosi in gran parte del territorio veneto.
Un animale fortemente elastico e adattativo ma che al contempo è un predatore il cui valore risuona nel DNA di ogni essere umano con un sapore di paura che affonda le proprie origini nella notte dei tempi.
Tuttavia, non possiamo determinare le nostre azioni sulla base delle paure: ecco perché risulta particolarmente importante conoscere questo animale.
Partiamo dal presupposto che è una specie rigorosamente protetta da Direttive e Convenzioni internazionali e per esserlo, significa che c’è anche una motivazione. Le azioni dirette e indirette dell’uomo, infatti, hanno portato questa specie sull’orlo dell’estinzione a livello italiano. Si fa riferimento a un periodo storico sicuramente diverso da quello attuale, in cui dominavano esigenze sociali diverse e in cui l’uomo, per tutelare la propria sopravvivenza, cercava una rivalsa sulla natura.
Oggi la situazione è totalmente cambiata e il lupo, per una concomitanza di più fattori, grazie all’elevata plasticità di cui è dotato, ha ricolonizzato la penisola italiana.
Quanti lupi abbiamo?
A questo proposito possiamo avere una definizione piuttosto aggiornata leggendo i risultati dell’attività di monitoraggio nazionale nell’ambito del Piano di Azione del lupo ai sensi della Convenzione ISPRA-MITE nel Progetto LIFE WOLFALPS (https://www.lifewolfalps.eu/archivi/technical-reports/)
Sono tanti o sono pochi?
Verrebbe da rispondere che sono in numero giusto, ma giusto per cosa o per chi? In numero giusto per la capacità portante del sistema, troppi per gli allevatori, troppo pochi per i cittadini, amanti dell’idea di una natura selvaggia.
È quindi da mettere in gioco un altro elemento, ossia il concetto di gestione faunistica.
La gestione è sempre finalizzata a un obiettivo e quello che dobbiamo perseguire è l’ottenimento della coesistenza tra il mondo animale e la nostra società, implementando quindi anche il grado di accettazione sociale.
A nostro avviso, infatti, senza quest’ultima, la stessa sopravvivenza di una specie risulterebbe molto difficile.